Avutà ‘a valanza â via ‘o ggruosso

Letteralmente: girare la bilancia dalla parte del grosso (più spessa).

Per chi non lo sapesse, la stadera non è solo una zona di Napoli, ma è un tipo di bilancia oggi raramente utilizzata, magari da qualche venditore ambulante.

Di origine romana, la stadera si basa sul principio della leva e del controbilanciamento; sembra tuttavia che abbia avuto origine proprio nella nostra regione, così come riportato in alcuni versi di S.Isidoro (“Campana a regione Italiae nomen accepit ubi primum eius usus repetus est. Haec duas lancias non habet, sed virga signata libris, et uncis, et vario pondere mensurata”) e che fosse utilizzata già a parire dal 1300.

Dall’immagine riuscite a capire di cosa stiamo parlando.

Oggi siamo abituati all’utilizzo di bilance elettroniche, al passo con le esigenze di tipo fiscale e per assicurare i consumatori sull’esattezza della pesata, come è giusto che sia.

Ma una volta le pesate venivano effettuate esclusivamente con questo strumento. Come si usava una stadera? Provo a spiegarvelo.

Innanzitutto questo tipo di bilancia aveva un cesto dove riporvi la merce da pesare, un’asta graduata ed un contrappeso: per bilanciare il maggior peso che veniva poggiato sul piatto, quindi, il contrappeso veniva spostato verso l’esterno: una tacca numerata indicava – raggiunto l’equilibrio – il peso esatto.

Allora il portare la tacca verso questa posizione significava  che si stava pesando qualcosa di significantemente pesante e da qui la definizione de “’o lato d’ ‘o gruosso…”.

Ma più la pesata era significativa più occorreva controbilanciare con il contrappeso che, a bene vedere, poteva essere utilizzato anche per altri scopi non di tipo commerciale, ma per far valere la propria ragione in qualche accesa discussione, lanciando verso il malcapitato proprio questa parte della stadera!

Quindi l’espressione sta proprio a significare che si è nel pieno di una discussione e se ne vuole uscire vittoriosi, magari utilizzando le maniere forti!

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