Cannulicchie a zzucà e ffemmene a vvasà, dimme: quanno maje te ne puó stancà?

Letteralmente: dimmi quando mai potrai stancarti di succhiare cannolicchi e di baciare donne?

Ecco, signore i signori, la quintessenza della felicità e del godimento della parte maschile! Come si può dire che non sia vero?

Per chi non lo sapesse i cannolicchi sono gustosissimi frutti di mare dei quali, in gioventù, ne facevo scorpacciate, mangiandoli rigorosamente crudi, cosa che non faccio più stante il dilagante inquinamento da scarichi fognari del nostro mare!

Che ricordi, legati ai cannolicchi e non solo. Nei primi anni settanta, andavamo in vacanza nel litorale flegreo, a Licola per la precisione, armati di rastrelli e setacciavamo, le allora limpide acque alla ricerca di telline e cannolicchi.
Chi non aveva l’attrezzatura si arrangiava con le mani che affondava nella sabbia, certo di trovare il suo piccolo tesoro.

Noi ci divertivamo, pigliavamo il sole (direi scottature), facevamo a gara a chi riempiva più velocemente i secchielli e quello che non si consumava sotto gli ombrelloni, veniva sacrificato la sera per la produzione di gustosissimi spaghetti ai frutti di mare…

Il cannolicchio, lo avrete capito, è buonissimo, anche fatto a sautè…

Solo per curiosità, l’etimologia di cannulicchio è latina (cannuliculum), diminutivo riportato al maschile di cannúla ossia canna.

Il baciare una donna lo abbiamo provato qualche anno dopo, e qualche anno dopo il baciare la donna amata, cosa che provocava (e provoca ancora) un gusto ed un piacere maggiore….

Oggi, forse, diversamente giovani, tra i due c’avimma accuntetà d’ ‘o frutto ‘e mare

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