Il simbolo del Napoli è sempre stato il ciuccio?

No!

Quando il 1° agosto del 1926 nacque l’associazione Calcio Napoli, fu decisa l’adozione della maglia azzurra, che richiamasse il colore ufficiale della casa Borbonica e come emblema fu scelto un cavallo rampante, il “Corsiero del Sole”, ovvero il simbolo di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie

Gli inizi della nuova squadra non furono molto esaltanti, tanto che la squadra nel primo torneo nazionale collezionò 17 sconfitte e un misero pareggio, relegandosi all’ultimo posto (anche se poi venne ripescata).

La storia vuole che tra i tifosi amareggiati che si riunivano nello storico bar “Pippone” di via Santa Brigida serpeggiasse una mesta rassegnazione tanto che un sostenitore, un certo Raffaele Riano, dichiarò: «Ma quale cavallo rampante? Stà squadra nostra me pare ‘o ciuccio ‘e Fichella: trentatre piaghe e ‘a coda fracida».

Fichella, che ricorre spesso nei nostri proverbi, accudiva un vecchio asino messo male in arnese, con una coda pendente, così pieno di acciacchi da essere tutto piagato.

La dichiarazione (che solo un napoletano verace poteva fare) fu ripresa dalla stampa e dai vignettisti dell’epoca che proposero diverse versioni, tanto che il ciuccio (o meglio ‘o ciucciariello) venne accolto come nuova mascotte della squadra, mandando in stalla il cavallo rampante (che è stato adottate quale effigie della Provincia di Napoli).

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