Jirsene cu ‘na mana annanze e n’ata arreto

Foto di Tumisu da Pixabay

Letteralmente: andarsene con una mano davanti ed una di dietro.

In tempo di crisi economica questo modo di dire napoletano sembra emergere in tutto la sua drammaticità.

Innanzitutto diciamo che lo si rivolge a chi, dopo aver operato e fatto tutto il possibile, è costretto a subire una cocente sconfitta oltre che un’umiliazione personale, dovendo dichiarare a tutti di aver fallito.

Era questo il modo con cui il debitore insolvente si allontanava dal luogo dove aveva subito la c.d. cessio bonorum * (in napoletano zitabona**), che si eseguiva appoggiando le natiche nude su una colonnina posta dinanzi al Tribunale della Vicaria, portando tutti a conoscenza di non possedere più nulla per far fronte ai propri impegni.

L’attuale diritto fallimentare non contempla questo strano atto pubblico e molte volte ad andarsene con una mano davanti e l’altra di dietro sono proprio i creditori, che rischiano di andare a gambe all’aria (mentre il fallito se la gode in qualche spiaggia esotica)…

 

* Cessio bonorum = è il contratto col quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di alienare tutti o alcuni suoi beni e di ripartirne fra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti (art. 1977 cod.civ.) (fonte www.wikipedia.it)

** Zitabona = definizione napoletana di cessio bonorum

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