Mo abbrúsciale pure’a bbarba e po’ dice ca so’ stat’ io

Foto di Andrew Martin da Pixabay

Letteralmente: adesso bruciagli la barba e poi dì che sono stato io!

Bellissima quest’espressione che deriva tutta dalla profonda ironia di noi napoletani e che viene generalmente riferita da chi, ingiustamente accusato, dimostri un grande risentimento e una profonda rabbia.

Come nasce questa affermazione? Sembrerebbe che durante una celebrazione del Venerdì Santo un predicatore alquanto ieratico, avendo tra le mani un crocefisso , lo mostrava a tutti, accusandoli come peccatori di aver inferto, con le loro colpe, le ferite che flagellavano il corpo di nostro Signore.

Fu così per i colpi al costato, per le piaghe alle mani trafitte dai chiodi, per la dolorosa corona di spine.
Preso dalla foga, nel pieno dell’ars oratoria, in modo incauto avvicinò la croce ad un cero acceso, rischiando così di bruciare la barba del Cristo ligneo.

Fu così che uno dei fedeli, di particolare permalosità, apostrofò il predicatore con questa frase, tirandosi così fuori da ogni chiamata in causa!

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