O scippo nfunno, o marcanzia a Livorno

Foto di WikimediaImages da Pixabay

Letteralmente: o la nave affondata o la merce a Livorno.

Togliamoci subito un dubbio: lo scippo in questione non ha niente a che fare con il reato penale. In questo caso ospitiamo (e descriviamo) un’altra espressione riveniente dalla grande tradizione della lavorazione del corallo di Torre del Greco, la città vesuviana che molti proverbi e modi dire ci ha regalato.

Innanzitutto ‘o scippo non è lo scippo come oggi inteso, ma l’adattamento in dialetto napoletano dell’inglese ship, ossia nave.

I torresi sono stati (e sono tuttora) grandi navigatori e questo ha loro consentito di aprirsi a nuove culture e nuovi popoli ben prima di tanti altri, utilizzando, a modo loro, altri idiomi nel parlato corrente.

Diciamo subito che la “’o” in questione non è un articolo bensì l’aut-aut di una scelta: o fai una cosa o ne fai un’altra, senza possibilità di una terza opzione.

Ebbene prima che Torre del Greco divenisse la capitale mondiale del corallo (oggi tuttavia in declino, soprattutto per la forte concorrenza orientale) i pescatori, la cui flotta contava centinaia di imbarcazioni attrezzate, non avevano altra scelta che portare velocemente il prodotto deperibile in un mercato di lavorazione e questo (oltre che Marsiglia) era Livorno, dove prima della metà dell’ottocento, grazie alla comunità ebraica, ebbe un grande impulso.

Una volta pescato il corallo, quindi non c’era altra possibilità: o portarlo a Livorno o… portarlo a Livorno, partendo con qualsiasi condizione di tempo, anche a rischio affondare con tutto il carico!

Ovviamente, questa corsaverso il porto toscano continuò fino a quando l’artigianato del corallo non ebbe quel grande sviluppo, caratterizzando Torre del Greco come la Città del Corallo…

Avrete quindi capito che l’espressione si usa per definire due scelte da intraprendere in tempi rapidissimi, un po’ come il proverbio italiano “o bere o affogare”…

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