Paré ‘o carro ‘e Battaglino

Letteralmente: sembrare il carro di Battaglino.

Per l’etimologia dell’espressione dobbiamo fare riferimento ad un’antica usanza che si perpetrava a partire dal 1620 durante la processione promossa dalla Cappella della SS. Concezione a Montecalvario, una cappella eretta nel 1616 dal nobile Pompeo Battaglino, durante il festeggiamento del Carnevale.

Durante la processione, tra gli altri, sfilava un carro che portava l’effige della Madonna oltre ad un buon numero tra cantori e musicisti, procedendo tra ali di devoti festanti.

Le prime informazioni relative alla processione risalgono alla metà del Seicento da parte dal viceré J. Vélez de Guevara conte d’Oñate, che la descriveva come una tra le più sontuose e grandiose d’Italia: infatti la sfilata era considerata addirittura tra le più  belle d’Europa, vantando vari carri con raffigurazioni mistiche.

Ritornando al nostro termine, la caotica situazione tra musica ed interpreti presenti sul carro è stata poi associata a quei mezzi di trasporto, prevalentemente pubblici, pieni di gente vociante (a Napoli è difficile rimanere silenziosi come avviene, ad esempio, sulle metropolitane del Nord Italia, dove la gente sembra essere più assorta nella loro sfera social che nel tentare un approccio basato sulla relazione umana, fosse anche regalare un semplice sorriso)carrobattaglino

Una curiosità: se volete vedere una raffigurazione del famoso carro potete andare al museo di San Martino dove c’è un primo lavoro giovanile di Mario Gioffredo, affermato architetto napoletano che, essendosi da poco  “laureato” ad esercitare la professione nel 1742 realizzo un disegno del carro, senza alcuna pretesa e senza intenzione di lasciare ai posteri un capolavoro…

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