Puozze passà p”a Loggia

Foto in evidenza: Fontana della Pietra del Pesce, costruita nel 1578 di forma triangolare a spese degli abitanti della zona presso l’antica loggia di Genova.

Letteralmente: che tu possa passare per la Loggia.

A Napoli abbiamo sempre sofferto il potere centrale, a tal punto che abbiamo sempre avuto bisogno di una presenza locale che consentisse che le cose potessero andare avanti, magari con qualche decisione assunta sul territorio.

Nella nostra città, oltre ai Sedili, autentico centro di autogoverno territoriale, esistevano anche le logge, ossia corporazioni di tipo massonico.

Quella denominata “di Genova” era una sorta di territorio franco concesso alla Repubblica marinara del capoluogo ligure, territorio dove i genovesi facevano un po’ quello che volevano, aprendo esercizi commerciali, botteghe, punti di ristoro, ma in piena libertà ed auto-amministrandosi.

A voler fare un paragone, seppur largo, una specie di porto franco come le attuali Campione d’Italia o Livigno, zone nelle quali, ad esempio, si applicano condizioni fiscali agevolate.

La loggia era situata dalle parti di via Nuova Marina ed era il punto di passaggio dei corrtei funebri che andavano a Poggioreale: all’epoca non c’era stato ancora lo sviluppo del cimitero “Nuovo” e del “Nuovissimo”, quei palazzoni che raccolgono i resti dei napoletani morti negli ultimi decenni.

Augurare a qualcuno di passare per la Loggia, non era un invito cortese per una visita di piacere, quindi, ma transitare in quel posto solo di passaggio, per andare ad occupare una dimora eterna!

Sempre legato alla Loggia di Genova c’è un’altra espressione meno funebre: “Core cuntento â Loggia” che noi rivolgiamo a quelle persone allegre e con spirito gaio, come era un facchino che lavorava proprio lì alla fine dell’800.

Dove essere proprio allegro e disponibile, visto che a distanza di duecento anni lo ricordiamo ancora…

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