Quando “’O Surdato ‘nnammurato” è diventato l’inno del Napoli?

Il 7 dicembre 1975, allo stadio Olimpico di Roma.

Nel corso dell’ottava giornata di campionato 1975-1976 il Napoli di Luis Vinicio è al secondo posto in classifica con un solo punto in meno dalla Juventus capolista e va a Roma ospite della Lazio, mentre i bianconeri sono impegnati nel derby della Mole, con il Torino.

Al 12° minuto del primo tempo Luigi “Gigi” Boccolini indovina una punizione dal limite che si spegne all’incrocio dei pali.

La partita si fa avvincente e gli uomini di Mister Maestrelli mettono in gran difficoltà la squadra azzurra.

Poi, a 10 minuti dalla fine, una notizia clamorosa: Ciccio Graziani porta in vantaggio il Torino!

Così, in questa giornata storica, qualcuno dagli spalti comincia ad intonare “’O Surdato nnammurato”, il capolavoro scritto da di Aniello Califano e musicato da Enrico Cannio, un classico della musica napoletana, a voler sottolineare l’amore incondizionato dei tifosi azzurri verso la propria squadra del cuore, seguito dalle migliaia di tifosi presenti a Roma.

La Juve subisce il raddoppio di Paolino Pulici, mentre il Napoli porta a casa una clamorosa vittoria.

‘O surdato ‘nammurato” resta (o dovrà restare per sempre, non ce ne vogliano quelli che propongono “Napule è” del compianto Pino Daniele) il canto di vittoria del Napoli.

“… Si state ‘o primme ammore e primme e l’urdeme sarraje pe’ me”: non siete d’accordo?

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