Il 24 maggio si celebra un importante centenario: nella notte tra il 23 e il 24 maggio del 1915, infatti, l’Italia entrava in guerra per completare il processo di unità nazionale e liberare il Trentino e la Venezia Giulia dal dominio austriaco. Il nostro esercito, nel marciare coraggioso e silenzioso verso la frontiera con l’Austria, passò sul fiume Piave deciso a vincere il conflitto.
La prima guerra mondiale andò avanti per circa quattro anni tra sconfitte e ritirate ingloriose, come quella di Caporetto nell’ottobre del 1917, e successi brillanti, come quello dell’anno successivo (destino volle nella stessa data il 24 ottobre) a Vittorio Veneto quando i nostri militari con un’avanzata travolgente il 3 novembre entrarono a Trento e Trieste. Lo stesso giorno l’Austria si arrese e firmò l’armistizio, che sanciva la cessazione della guerra per il 4 novembre 1918.
Cosa c’entra Napoli con questo evento storico? A parte le migliaia di vite umane donate alla patria la guerra fu caratterizzata da una canzone, una delle più famose e cantate nel secolo scorso.
Parliamo de “La leggenda del Piave” che fu composta nel giugno 1918 subito dopo la battaglia del Solstizio e contribuì a ridare morale alle truppe italiane per lanciare l’ultimo assalto contro le truppe nemiche, al punto che il generale Armando Diaz inviò un telegramma all’autore nel quale sosteneva che aveva giovato alla riscossa nazionale più di quanto avesse potuto fare lui stesso: «La vostra leggenda del Piave al fronte è più di un generale!».
Ma chi era l’autore della canzone? Un nostro illustre concittadino: Giovanni Gaeta, più noto con lo pseudonimo di E. A. Mario, che la pubblicò il 20 settembre del 1918, circa quaranta giorni prima della fine delle ostilità.
E.A. Mario è stato uno dei più prolifici autori del repertorio canoro, non solo partenopeo: tra le sue canzoni più famose ricordiamo Vipera, Le rose rosse, Santa Lucia luntana, Balocchi e profumi.