Via Donnalbina, Largo Donnaregina e vico Donnaromita: cosa lega queste tre vie?
  • Via Donnalbina: da via Monteoliveto a via Ecce Homo
  • Vicoletto Donnalbina: da via Santa Maria la Nova a via Donnalbina

Quartiere: San Giuseppe

  • Largo Donnaregina: tra via Donnaregina e via SS. Apostoli
  • Via Donnaregina: dal largo Donnaregina a via Duomo
  • Vico Donnaregina: da largo Settembrini a via Donnalbina
  • Vicoletto Donnaregina: dal largo Donnaregina a via Duomo

Quartiere: San LorenzoVico Donnaromita: da piazzetta Nilo a via Giovanni Paladino

Quartiere: Porto

Parliamo di tre diversi toponimi, situati in tre diversi quartieri di Napoli, sui quali esistono storie contrastati che proviamo a raccontarvi.

Attingiamo ad una fonte attendibile, quella di Matilde Serao che nelle sue “Leggende Napoletane”, pubblicate del 1881 ci racconta di un’antica leggenda che parla di tre ragazze: donna Albina, donna Romita e donna Regina.

Matilde Serao

Secondo la grande scrittrice la leggenda racconta che Donna Albina era una delle figlie del barone Toraldo, appartenente ad nobile famiglia del Seggio di Nilo. Il barone non aveva figli maschi, ma chiese ed ottenne dal re che il cognome della sua famiglia fosse tramandato dalla prima figlia, Regina.

Alla morte del padre, avvenuta nel 1320, la seconda figlia, Albina, aveva appena diciassette anni, e fu così chiamata per il meraviglioso pallore del suo stupendo viso.

Un giorno il re Roberto scrisse a Donna Regina Toraldo comunicandole che l’aveva promessa in sposa a don Filippo Capece, appartenente ad una nobilissima famiglia napoletana, giovane peraltro dotato di particolare fascino seduttivo.

Fu così che tutte e tre le sorelle, appena fatta la sua conoscenza, ne furono profondamente innamorate, cosa che, tra brave consanguinee si confessarono reciprocamente, dando inizio ad un periodo di crisi esistenziale, acuita dal fatto che il nobiluomo si era frattanto invaghita della Terza, Romita!

Fu così che nella notte di Pasqua di quel triste 1320 le due sorelle minori chiesero alla primogenita di fondare un convento, la quale non potè fare a meno di seguirle.. a ruota!

Le sorelle erano tre ma i conventi fondati solo due: Donna Regina e Donna Romita, al quale si aggregherà la terza sorella Albina.

Peraltro esiste un’altra autorevole fonte, quella di Gennaro Aspreno Galante, un sacerdote che scrisse, tra gli altri, Guida Sacra di Napoli, nel 1872 che si rifà ad una fonte certa: una Cronaca napoletana scritta nel trecento da Giovanni Villani nella quale il prelato cita tre gentiluomini Albino, Pietro e Avorio talmente importanti da dare il nome alle zone nelle quali abitavano.

Storie e leggende non confermate: fatto sta che le tre vie fanno ora parte della toponomastica cittadina.

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