‘A tavola d”o cucchiere, ‘nu pirito, ‘nu rutto e ‘nu chitemmuorto

Letteralmente: la tavola del cocchiere, una scoreggia, un rutto e un’imprecazione.

L’antesignano degli attuali camionisti o tassisti, lo sanno tutti, può definirsi il cocchiere, che “guidava” i mezzi trainati da cavalli, carrozze o carretti che fossero.

Probabilmente, già all’epoca nella nostra città vi erano problemi di traffico, tanto che i cocchieri venivano chiamati più delle volte a sbrigare in modo spiccio e diretto le loro vertenze stradali…

Attribuire alla categoria l’etichetta di poco raffinati e con nessun aplomb è stato quindi semplice.

Alla fine della giornata, poi, era uso che questi si ritrovassero in qualche cantina a raccontarsi, in modo colorito, lo svolgimento della loro difficile giornata di lavoro, dove si dava libero sfogo ai propri istinti,  fuori da ogni licenza, linguistica o comportamentale che fosse!

Allora noi, memori degli antichi conduttori di carrozze, etichettiamo così quegli incontri conviviali nei quali non si bada all’etichetta. Incontri simpatici, ma a volte non sopportabili.

La tradizione proverbiale napoletana presenta diverse espressioni che si rivolgevano alla categoria. Qualche esempio?

error: Questo contenuto è protetto da Copyright!
X