Capurà è mmuorto ‘alifante!

Letteralmente: Caporale è morto l’elefante!

L’espressione richiama in un primo momento all’Inghilterra coloniale ed ai suoi possedimenti indiani, immagine che purtroppo a poco a che vedere con il senso della frase stessa…

Innanzitutto viene riferita nei confronti di qualcuno a cui si vuole indirizzare un messaggio chiaro: non vantarti più, né fare affidamento ad un rendita di posizione o a un vantaggio che prima avevi e ora non hai più!

La genesi dell’espressione è antica, risalente pressappoco alla seconda metà del ‘700, quando al re Carlo di Borbone fu fatto dono, da parte di un sultano turco, di un elefante in carne ed ossa, che fu affidato alle cure ad un vecchio soldato, veterano di tante battaglie.

Questi, grazie al delicato incarico ricevuto, entrò subito nella parte, dandosi arie e riscuotendo anche mance da parte dei visitatori ammessi nei giardini della Reggia alla presenza dell’animale.

Il soldato, borioso e distaccato, si creò una posizione degna dell’incarico conferito.

Poco dopo, purtroppo, l’animale morì e il caporale perse, all’atto della sepoltura del pachiderma, tutte le sue prerogative

Fu così che il popolino (sempre sarcastico e preciso nelle indirizzare le proprie opinioni) gli suggerì immediatamente di volare basso, di “acalà ‘e scelle (1) e di non essere più superbo come lo era quando l’animale era ancora in vita!

Avete anche voi qualche caporale a cui rivolgere la raccomandazione?

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