La fontana di Carosello
Chi di noi ha qualche decennio sulle spalle non può non ricordare il famoso Carosello, messo in onda dalla rete nazionale a partire dal 3 febbraio 1957, uno spazio televisivo completamente dedicato alla pubblicità, rigorosamente in bianco e nero, un misto di marketing e di intrattenimento, che nel corso degli anni ha visto sketch interpretati dai migliori attori del momento. Dopo Carosello tutti a nanna!” si diceva, per consentire ai più piccini di andare a dormire in un’orario consono. Nella prima versione la sigla di apertura, accompagnata da una tarantella del repertorio napoletano risalente agli anni venti intitolata “Pagliaccio” di autore ignoto, che avrebbe resistito per oltre vent’anni, si apriva una prima immagine che era Venezia con il Ponte dei Sospiri abbinata ad uno strumento musicale; seguivano poi Siena con Piazza del Campo ed un trombettiere, Napoli, via Caracciolo con un mandolinista e Roma, Piazza del Popolo con un flautista. La sigla di Carosello più celebre, però, fu disegnata  da Manfredo Manfredi, regista, scenografo, pittore e animatore e fu trasmessa a partire dal 1962, sovrapponendola all’immagine della fontana chiamata Fontana del Gigante o dell’Immacolatella. Costruita agli inizi del Seicento da Pietro Bernini e dell’architetto e scultore Michelangelo Naccherino su commissione del Duca d’Alba Don Antonio Alvarez di Toledo (famoso perché a lui fu intitolata la Via ToledoPort’Alba), si trova tra via Partenope e via Nazario Sauro, proprio di fronte a Castel dell’Ovo. Una curiosità: le due denominazioni (Fontana del Gigante e Fontana dell’Immacolatella) prendono il nome dai luoghi dove furono collocate: la prima nei pressi di Palazzo Reale dove si trovava la Statua del Gigante; poi, nel 1815, al molo, di fronte all’Immacolatella, un palazzo storico situato non molto lontano, in piena zona portuale.
Comments
All comments.
Comments
error: Questo contenuto è protetto da Copyright!
X