- Il termine macello, con i suoi derivati, viene dal latino mactare, chianca e chianchiere vengono dal latino plancam; su di essa vengono lavorati e ridotti a pezzi e poi a fette i resti della carcassa di ciascun animale
- Nell’antica Puteoli (così come a Roma) i “macella” (plurale del sostantivo neutro macellum) non corrispondevano alle odierne macellerie, ma a veri e propri mercati, dove, insieme alle carni, si vendevano vari generi alimentari, come pesce o anche frutta e verdura provenienti da zone lontane e talvolta anche cibi già cotti.
- A Napoli il macellum più grande e conosciuto è quello di Pozzuoli, oggi detto Tempio di Serapide perché al centro c’era una statua di una divinità egizia . Il macellarius – da cui macellaio – era uno dei tanti venditori che operavano del macellum.
- Osservate il celebre dipinto di Annibale Carracci che vi propongo: una bottega di macellaio ricca di personaggi: in basso, un giovane sta per macellare un capretto. Un altro giovane, a destra, appende un mezzo bovino ad un gancio. Un altro, al centro, sistema la carne, già preparata sul banco. Uno di loro che indossa un grembiule bianco, infine, sorregge la stadera (bilancia). Una guardia svizzera si appoggia alla sua picca, a sinistra, in corrispondenza del bordo del dipinto. T
ra i due macellai al lavoro compare il volto di una anziana signora. Le fette di carne sono esposte su di un piano inclinato. Infine, sul bordo pendono i costati ridotti a pezzi.
Fonti
Da un mio vecchio post, S. Zazzera, et Al., modificati; immagine – Wikipedia- “La bottega del macellaio” di Annibale Carracci)