Jí ascianno oppure vulè paglia pe’ cciento cavalle

Foto di Wolfgang Claussen da Pixabay

Letteralmente :andare in cerca, volere, o pretendere paglia per cento cavalli

Cominciamo con il dire che questa espressione ha sempre suscitato in me una grande curiosità etimologica.

Seppur ormai poco presente nella lingua corrente, l’ho più volte ascoltata, soprattutto nella commedia.

Ve ne do un esempio, proponendovi (per intero) il processo all’interno della commedia di Eduardo Scarpetta “‘O Scarfalietto“, nella parte del balbuziente avvocato Anselmo Tartaglia.

Come ci ricorda il compianto Raffele Bracale, l’espressione si presta a diverse interpretazioni, tra le quali:

  • viene rivolta a chi vanta azioni che non ha mai svolto
  • è riferita a chi, per il gusto di tergiversare, si metta a fare qualcsa che va oltre i propri limiti
  • detta di chi, con fare borioso e minaccioso, vuole passare alle vie di fatto.

Foto di Manfred Richter da Pixabay

Il significato più appropriato è tuttavia un altro, ossia rivolto a ha pretese esose, che difficilmente potranno essere soddisfatte.

L’origine dell’espressione può essere quella di un vassallo che così commentò le esose pretese in foraggi di un feudatario che, incurante delle necessità dei propri sudditi, chiese una quantità spropositata, sicuramente per non sfamare i cavalli della sua scuderia, che peraltro non possedeva.

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