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Letteralmente: i soldati di Gioacchino (Murat), poveri, ma presuntuosi.
Così si apostrofavano a Napoli quelle persone saccenti ed altezzose, piene di sè, ma con nessun fondamento che giustificasse tale comportamento.
L’espressione nacque da un evento storico, quando in Europa ed a Napoli in particolare, l’impero napoleonico imperversava.
Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, di Napoli ne fu addirittura monarca dal 1808 e trovò la morte per mano delle truppe borboniche a Pizzo Calabro nel 1815.

Statua di Gioacchino Murat all’esterno del Palazzo Reale di Napoli
L’Esercito del Regno di Napoli, per intenderci, era una forza militare che prese parte, al fianco della Grande Armata, a molte delle principali campagne delle guerre napoleoniche.
Il nostro Murat, che ritroviamo anche nell’espressione Giacchino mettette ‘a legge e Giacchino fuje ‘mpiso, un falso storico evidente, in quanto non esisteva una specifica legge da lui emanata in materia (se non il fatto di essere stato il promotore di un trattato tra il Regno di Napoli e l’Austria, che di fatto tagliava fuori i francesi e che poteva salvare il Regno di Napoli) e che poi fu giustiziato tramite fucilazione), durante il suo regno napoletano ebbe meriti (fu eccellente stratega e realizzò importanti opere in città, quali l’attuale piazza del Plebiscito, che triplicò il suo spazio) e qualche demerito (per ampliare, ad esempio) la piazza soppresse diversi ordini monastici e spianò conventi)…
Tornando a noi, una delle decisioni prese dal nostro Gioacchino fu quella di ridurre la paga dei militari, di fatto rendendoli poveri; tuttavia, per salvaguardare le apparenze, fece sì che alle truppe, di ogni ordine e grado, fossero assegnate sfavillanti divise, con le quali i militari facevano mostra di sé in giro per la città.
La cosa non sfuggì agli arguti napoletani, che subito crearono l’espressione, indirizzandola, come detto, ai superbi e agli altezzosi, senza che questi avessero alcun motivo per esserlo.