Letteralmente: facciamo confusione.
Con questa espressione si istigano gli altri a fare una gran confusione, al fine di ottenere dei vantaggi.
La confusione, quindi, non è sempre negativa, dando in talun icasi una mano per poter uscire da situazioni difficili. Non è vero forse che abbiamo un’espressione a conforto di questa tesi quale Mbruoglie aiutame! intendendo l’imbroglio in questione proprio come il generare il massimo della confuzione
E poi, espressione tragicamente di moda in questo periodo bellico, l’ ammuina è bbona p’ ‘a guerra!
Ma torniamo a noi. L’espressione è una di quelle più conosciute fuori dai confini partenopei, tanto che mi è capitato di doverla ascoltare anche nei tavoli di lavoro della mia precedente vita lavorativa ed una volta, addirittura, citata da un collega tedesco.
Dall’alto della mia posizione (e diciamo anche dell’elevato tasso di pemalosità) non mancai di riferire al malcapitato collega teutonico, in un misto di inglese ed inflessione napoletana di non tergiversare in quanto il collega tardava a fornire risultati (“‘e cannele se consumane e ‘a prucessione nun cammina”[1]), ribadii la necessità di trovare una soluzione immediata (“vuttamme ‘e mmane!“) per evitare che la situazione potesse peggiorare (“mentre ‘o miedeche studia, ‘o malato se ne more”[3]). Sì al contenimento dei costi in relazione ai ricavi previsti (“amico mio cortese, comm’aje la ‘ntrata accussì fa le spese”[4]), ma salvaguardia della qualità del risultato finale (‘o sparagne nun è maje guadagne”[5])!
Perché mi inalberai? Con un sussulto nazionalistico tenni a precisare che, contrariamente a quanto si crede, concretezza, flessibilità, genio realizzativo e raggiungimento degli obiettivi in tempi brevi è una caratteristica tutta italiana!
Comunque, per farlo contento, terminai con un Azzò! la cui genesi è addirittura tedesca (leggetevi l’articolo presente nel nostro database)
Ma torniamo a noi. L’ordine tramandato per intere generazioni, diciamolo subito, è una fake, un falso storico, un pezzotto mal riuscito!
L’articolo 27 farlocco (ricordo che nella smorfia 27 fa ‘o cantero), cita così:
«All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.»
che provo a tradurre per i non napoletani:
«All’ordine Facite Ammuina: tutti quelli che stanno a prora vadano a poppa e quelli che stanno a poppa vadano a prora.
Quelli che stanno a dritta vadano a mancina e quelli che stanno a mancina vadano a dritta.
Tutti quelli che si trovano in basso vadano in alto e quelli che stanno in alto vadano in basso, tutti passando per lo stesso buco.
Chi non ha nulla da fare si muova da qui a li»
Un falso storico, confermiamo, perché quest’articolo non è stato mai contemplato dal Regolamento della Real Marina del Regno delle Due Sicilie la quale aveva un’antichissima storia e tradizione, tanto da avere dato origine nel 1735 alla Real Accademia di Marina, il più antico istituto del genere in Italia, la quale avrebbe poi a sua volta dato origine all’Accademia Navale di Livorno.

Attracco del vascello Monarca nei cantieri di Castellammare di Stabia
A voler essere zelanti, poi, mai il re avrebbe affidato la redazione di un regolamento in lingua; poi l’idioma con cui è stato scritto (e che ho riportato fedelmente) è solo un inutile tentativo di scimmiottare il napoletano.
Sistemata cosí la faccenda del facite ammuina, torniamo alla parola ammuina e soffermiamoci sulla sua etimologia, che deriva dal latino movina(m) che indica un gesto affettuoso anche se siamo più propensi ad accettare come etimo il verbo spagnolo amohinar che vale come infastidire oppure annoiare.
Mi auguro di non aver fatto ammuina nel riportare le considerazioni e vi auguro una buona lettura
[1] Le candele si consumano e la processione non cammina
[2] Buttiamo le mani, diamoci una mossa, sbrighiamoci!
[3] Mentre il medico studia, il malato muore
[4] Amico mio cortese, come hai le entrate così devi fare le spese
[5] Il risparmio non è mai guadagno