‘A semmana d’‘o Guarracino
‘A Premessa d’’a dummeneca
Viste le discussioni aperte tra gli amici a proposito del post di ieri (qualcuno le ha scritte; molti altri – più prossimi – mi hanno scritto, ho deciso di dedicare questa domenica alla famosissima antica canzone ‘O Guarracino e, via via, parleremo dei pesci.
Napoli e il suo mare hanno un rapporto inscindibile: i primi pescatori furono quelli di Baia e Cuma, poi i colonizzatori greci si espansero dai Campi Flegrei sino alla penisola sorrentina; in epoca romana tutte l’area costiera costituiva un vero e proprio polo delle attività pescherecce. Ma Napoli è “musica” e non poteva non trasformarsi il tutto in un canto napoletano irripetibile e indimenticabile: “’O/Lu guarracino“, una celeberrima tarantella della fine del ‘700 di autore ignoto, che, nel narrare una vicenda di amori e liti tra pesci, nomina un po’ tutte le specie ittiche del nostro mare.
La trama è semplice: ‘o guarracino s’innamora della sardella, già fidanzata all’alletterato; la pettegola patella diffonde la notizia scatenando una rissa tra avverse fazioni di pesci, che se ne danno di santa ragione. La canzone non termina in modo compiuto, perché al cantante “manca lo sciato” (manca il fiato), e perciò invita i presenti a lasciargli una mancia per potersi concedere una bevuta ristoratrice alla salute dei presenti.
1^ strofa
A lu Guarracino che jeva pe’ mare le venne voglia de se ‘nzorare, se facette ‘nu bello vestito de spine e de scarde pulito pulito cu ‘na perucca tutta ‘ngrifata de ziarelle ‘mbrasciolata, co lo sciabò scolla e puzine de ponte angrese fine fine. Doje belle cateniglie, de premmone de conchiglie, ‘nu cappiello aggallonato de codarino d’aluzzo salato tutto posema e steratiello, jeva facenno lo sbafantiello, e girava de ccà e de llà: la ‘nnammorata pe’ se truva’. |
Al Guarracino, che andava per mare venne il desiderio di sposarsi si fece un bel vestito di spine e squame pulito pulito con una parrucca arruffata di cianfrusaglie attorcigliate con al collo uno giabot e polsini a punta inglesi fini fini Due belle catenelle al petto di conchiglie un cappello con galloni fatto con le code di alici salate Tutto impettito e ben stirato faceva lo sbruffoncello girava di qua e di là per trovarsi la fidanzata |
Nota esplicativa di alcuni termini
Posema era il termine indicante l’amido sciolto in acqua, antico sistema per inamidare e ‘o guarracino, essendo tutto inamidato, risultava impettito; Sferatiello, stirato col ferro;
Sbafatièllo: che mangia senza pagare (bafo – termine portoghese – indica un alito di vento e quindi chi sbafa scappa via veloce).
(continua domani, note bibliografiche alla fine)
Fonti
Pagina Facebook Etimologia delle parole napoletane