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Letteralmente: buono per pulire il rame.
Tanto tempo fa gli utensili utilizzati in cucina erano tutt’altra cosa rispetto a quelli che siamo abituati ad adoperare oggi: l’avvento delle nuove leghe, a cominciare dall’acciaio Inox e dei derivati plastici, ha completamente cambiato il modo di viverla. Per non parlare della lavastoviglie, il cui utilizzo ha salvaguardato l’epidermide delle massaie e dei vari lavori di manicure.
Oggi, quindi, noi siamo abituati a vedere pentole all’avanguardia, per la cui pulizia basta veramente poco: un detergente efficace, un panno specifico e la pentola torna come nuova…
Non era così tanti anni fa, quando il pentolame era di rame con l’interno ricoperto di stagno. Per la pulizia delle stoviglie, non essendoci altro sul mercato, si utilizzavano due componenti: sabbia ‘e vetrera (ossia sabbia di vetreria, molto ricca di silice) e limoni, soprattutto quelli che, essendo molto aspri, era poco indicati per gli usi di cucina oppure di tipo terapeutico. Un esempio? La digestiva e partenopea “gassosa” fatta da tre componenti base: acqua, limone e bicarbonato che molte indigestioni evita a chi è avvezzo alle esagerazioni di tipo alimentare.
La combinazione dei due elementi rendeva le stoviglie perfette.
Fu così che alle persone di scarso valore fu appioppata la definizione data al limone per uso detergente, ossia non adatte allo scopo specifico e magari riadattabili per altro (ma questo non è sicuro).
E’ certo l’etimo? Si, e noi aggiungeremmo anche un: “garantito al limone”!