Foto di Amber Clay da Pixabay
Letteralmente: pelato, tosato metti la testa nel pertugio, perché poi viene lo scarafaggio e ti rode la testa!
Chi di voi fa parte della Baby Boomer Generation, ossia quelli nati intorno agli anni del boom economico degli anni sessanta, ricorderanno, soprattutto se frequentavano le zone più popolari della città, questa strana filastrocca recitata nei confronti di coloro, soprattutto bambini, avevano la testa rasata a zero, quasi come se gliela avesse morsicata una blatta!
Ad onor del vero l’espressione si rivolgeva a tutti i calvi (oggi se ne contano a milioni, per motivi dettati dalla moda), soprattutto a quelli che soffrivano di forti emicranie e che, per ignoranza in materia, andavano completamente rasati a mettere la testa in un buco che si trovava sul muro di cinta della chiesa di Sant’Aspreno al Porto, nota anche come chiesa di Sant’Aspreno ai Tintori, antico luogo di culto della città.

Chiesa di Sant’Aspreno – Interno
Sulle capacità taumaturgiche del santo, che si festeggia il 3 di agosto, non ci sono dubbi, tanto che la nota Aspirina, dovrebbe prendere il nome proprio da Sant’Aspreno!
La storia precisa ce la facciamo raccontare dallo scrittore Amedeo Colella in questo video.
Ma torniamo al buco in questione. Sembra che lo stesso fosse molto umido tanto da ospitare blatte ed insetti, pronti ad aggredire il malcapitato pelato con le sue emicranie!
Per concludere, nel nostro database esiste un’espressione datata ( ‘O vuto a Sant’Aspriéno) che si riferisce ai colori dell’abbigliamento oltre al suggerimento sopra raccontato: a Sant’Apreno miette ‘a capa ‘int ô pertuso.