Devo dire la verità, non ci avevo mai fatto caso soprattutto perché quando chiamato in causa con qualche invito ad un matrimonio, le mie attenzioni erano rivolte al dove, al quando e al quanto mi costa la partecipazione a ‘o spusalizio, inteso come cerimonia!
Comunque, il verbo utilizzato è sempre stato quello di sposare, nella napoletanizzazione moderna di spusà, non facendo più riferimento a due verbi che sono alla base della costruzione di una nuova famiglia e precisamente nzurà e mmaretà.
In italiano e negli idiomi regionali credo sia difficile cogliere la grande differenza che esiste tra i verbi sopra citati, i quali si riferiscono al matrimonio, tenendo tuttavia ben separate le azioni in base a chi le svolge.
Infatti a ‘nzurarse è sempre lo sposo, mentre ad ammaretarse la moglie!
Per quanto riguarda l’etimo esso è, come la stragrande maggioranza delle parole napoletane, latino. Infatti, mentre ‘nzurarse deriva dal latino in + uxorare (ossia prendere moglie), ‘mmaretarse deriva da latino in + maritus (ovviamente prendere marito),
Solo per curiosità mi piace sottolineare che la lingua napoletana ha utilizzato in passato l’espressione ‘nguadià / ’nguadiarse, con il significato di fare promessa di matrimonio, preludio al matrimonio.
L’etimo del termine proveniva dal latino medioevale di inguadiare, ossia dare garanzie.
Ritengo che l’indebolimento del sacramento del matrimonio e della debole dichiarazione “finché morte non ci separi”, abbia costretto il termine, in mancanza di garanzia sul futuro, al suicidio!
Volete, infine, conoscere quali proverbi ed espressioni sono legati ai due termini: non vi resta che consultare il nostro ricco database!