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Analizzando il significato delle espressioni napoletane, ci si può imbattere in alcune locuzioni e verbi che, seppur analoghi, hanno una differente portata, se confrontati con l’italiano.
Parliamo ad esempio del verbo favorire.
Secondo l’Enciclopedia Treccani online favorire lo si usa, tra le altre, quando si vuole dimostrare il proprio appoggio ad una persona, spianandole la strada per una buona riuscita di ciò che si appresta a fare (scadendo qualche volta in antipatici favoritismi).
Inoltre il verbo viene utilizzato per chiedere gentilmente che una cosa venga data o prestata o esibita (es. Favorisca il biglietto!).
Infine, con la costruzione intransitiva, sta nel compiacersi di fare qualcosa, magari offrendo, mentre si mangia o si sta per mangiare.
Tante le possibilità, dunque, di declinare il verbo, ma ciò che vogliamo sottolineare è che l’uso predominante nella lingua napoletana non è nel richiedere qualcosa (come nel caso di “mi favorisca il biglietto!”, espressione che è difficile ascoltare nei bus partenopei da parte dei controllori, dove l’eventuale controllo può richiedersi con un “tenite ‘o biglietto?” (nella tenue speranza che ci sia una risposta affermativa), piuttosto che nelle zone più popolari della città, dove l’altruismo è una connotazione chiara, trattandosi di un invito a ricevere qualcosa, più che a dare.
Favurite!, quindi è un invito a tavola quando si sta mangiando e si presenta qualcuno, ossia la richiesta specifica è proprio l’ultima versione riportata dalla Treccani, ossia quello di mettere a proprio agio il nuovo venuto proponendogli di condividere quello di cui disponiamo in quel momento!
Tutto il resto non ci appartiene!
A proposito: in tutti i casi, anche se abbiamo a che fare con un congiunto o con una persona a noi cara, utilizziamo sempre la seconda persona plurale (il napoletanissimo voi), con quel rispetto tipico, che rifugge dall’impersonale o dall’italiano terza persone singolare (lei)!