Ci sono murales e murales

Foto di Orna da Pixabay

Allo scoppio del conflitto russo-ucraino (oppure operazione speciale, fate voi) il mondo intero ha reagito con giuste forme di ostracismo nei confronti del popolo russo, culminate in Italia con tante iniziative valide e qualcuna senza senso, come quella che ha visto la soppressione (e successiva riproposizione) di un corso presso l’Università Bicocca di Milano su di un grande scrittore russo che ha segnato la letteratura mondiale, quale Fyodor Dostoevskij.

Un altrettanto giusta ventata di proteste si è levata per questa assurda decisione di punire la cultura russa, come se fosse essa stessa la causa del conflitto. 

Ci ha pensato Napoli, comunque, a riabilitare lo scrittore, grazie ad un’opera dello street artist Jovit, nella vita Ciro Cerullo, il quale ha pensato e realizzato un murales dedicato al grande scrittore russo.

L’iniziativa è giunta all’orecchio di Vladimir Putin il quale ha commentato:

 “La verità si farà strada indipendentemente dell’oppressione in Occidente. Così come ha fatto un street artist che a Napoli ha dipinto sul muro di una scuola il ritratto dello scrittore russo Fyodor Mikhailovich Dostoevskij, oggi accusato e discriminato in Occidente”.
“Questo dà speranza che attraverso la reciproca simpatia delle persone, attraverso una cultura che connette e unisce, la verità si farà strada
”.

Non riusciamo a capire a quale verità alluda il nuovo zar, forse a quella soppressa con l’incarcerazione o, addirittura, con l’avvelenamento con il polonio radioattivo negli slip, di chi la verità vuol farla emergere, fuori da ogni forma di dittatura esercitata dall’autocrate russo? Ma di quale cultura si parla?

Peraltro non tutto il mondo è Napoli: nei vari paesi, infatti, sono apparsi diversi murales con altri contenuti. Tra tutti uno, quello apparso in Bulgaria, a Sofia, dove Putin alza il suo stesso cadavere, che ricorda il Cristo della Pietà di Michelangelo. Autore dell’opera è l’artista bulgaro Stanislav Belovski.

Dove non arrivano le armi difensive ed il giusto diritto alla resistenza esercitata in tutte le forme possibili, che sia dunque la cultura ad unire i popoli, quella cultura che deve essere in grado di tacitare le armi e riappacificare gli animi, a qualsiasi latitudine essi appartengono.

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