‘A sotto p”e chiancarelle!

Letteralmente: toglietevi di sotto a causa della caduta di panconcelli!

Tra le tante commedie che il fervido teatro napoletano ha prodotto io vi suggerirei “‘O Scarfalietto“, una commedia in tre atti di Eduardo Scarpetta, a dir poco esilarante…

Ebbene c’è una parte meravigliosa che si svolge nelle aule di un Tribunale dove è presente un avvocato dell’accusa (Anselmo Raganelli) con un difetto accentuato: quello della balbuzie.

Durante l’arringa, ad un certo momento confonde “la qui presente Paparella…” con  “‘a sotto p”e chiancarelle“, scatenando una logica agitazione tra i presenti.

La frase, che letteralmente significa “di sotto, prestate attenzione ad una possibile caduta di panconcelli” (assi trasversali che si collocavano tra le travi portanti a mò di sostegno dei solai) viene utilizzata proprio per segnalare una situazione di pericolo.

A Napoli è noto un aneddoto relativo ad un nobile cavaliere settecentesco, tale Ferdinando Sanfelice che, fattosi costruire un palazzo in zona Sanità, vi appose l’epigrafe Eques Ferdinandus Sanfelicius fecit (il cavalier Ferdinando Sanfelice edificò).

Non mancando la fantasia e l’attitudine allo sfottò, qualcuno non tardò ad aggiungere alla targa un beffardo “Levàteve ‘a sotto!” (toglietevi di sotto!) a voler sottolineare un pericolo di crollo imminente di un palazzo, forse, mal costruito…

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