Municipalità 2 – Quartiere S. Giuseppe
Cap: 80134
Dove si trova
Come raggiunge Piazza S. Domenico Maggiore
Consigliamo di utilizzare la Metro 1, scendendo alle stazioni di Toledo o del Museo.
In alternativa si può utilizzare la Linea 2 e scendere alla stazione Cavour o Montesanto proseguendo poi a piedi.
Informazioni sul toponimo
La Piazza prende il nome dall’omonima chiesa domenicana, una tra le più ricche della città.
Altre informazioni di interesse
Nessuna informazione presente
Siti e monumenti di interesse
Chiese
Basilica di San Domenico Maggiore
Chiesa della Confraternita del Santissimo Sacramento (nel cortile di accesso alla chiesa di San Domenico Maggiore)
Altri siti di interesse religioso
Sacrestia di San Domenico Maggiore
Palazzi
Numero civico: 3
Periodo: 15° – 18° secolo
Stile: In origine rinascimentale, poi barocco e quindi neoclassico.
Il solo portone d’ingresso richiama al Rinascimento Napoletano
Uso: abitativo
Il palazzo fu realizzato dalla famiglia Del Balzo agli inizi del 14° secolo, per poi passare alla famiglia Petrucci.
Nel corso dei secoli si sono succeduti diversi proprietari che hanno apportato diverse modifiche alla struttura iniziale, anche con diverse opere d’arte di pregio, salvo il portale di ingresso rimasto in stile rinascimentale napoletano.
La famiglia Petrucci aveva un ruolo importante all’interno della dinastia aragonese tante che Antonello Petrucci, ricoprì molte alte cariche, diventando segretario di re Ferrante I, il quale gli conferì il titolo di barone ed altri privilegi feudali.
Tuttavia la famiglia fu nel 1487 coinvolta nella cosiddetta congiura dei baroni che ebbe l’epilogo proprio a Napoli all’interno della omonima sala del Maschio Angioino.
Scoperto ed arrestato, Antonello Petrucci venne giustiziano alcuni anni dopo.
Palazzo di Sangro di Casacalenda
Numero civico: 17
Periodo: 18° secolo
Stile: –
Uso: abitativo
Il palazzo fu costruito a partire da una struttura già esistente, su disposizione della famiglia dei De Sangro, duchi di Casacalenda.
Alla successiva restaurazione del palazzo fu chiamato Luigi Vanvitelli che, nel 1766, si preoccupò di restaurare il palazzo, intervenendo esclusivamente sul cortile, nel quale realizzò un portico con quattro archi, sorretti da otto colonne in piperno che erano state trovate durante gli scavi per la realizzazione della struttura.
Numero civico: 12
Periodo: 16° secolo
Stile: –
Il solo portone d’ingresso richiama al Rinascimento Napoletano
Uso: sede dell’Università “L’Orientale”, e precisamente del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo.
L’edificio fu eretto, con il nome di “palazzo di Sangro di Vietri”, dall’architetto Giovanni Francesco Mormando per volontà di Giovanni di Sangro, allo scopo di celebrare l’ammissione della famiglia di Sangro nel sedile di Nilo, dunque nel novero delle più antiche e illustri famiglie nobili della città.
Come era abitudine il palazzo prese il posto di sette case tra loro collegate appartenenti alle monache della chiesa di Santa Patrizia.
Periodo: 17° secolo
Stile: barocco
La guglia fu voluta nel 1656 dal popolo napoletano come ex-voto a san Domenico per scongiurare la pestilenza di quello stesso anno.
L’opera fu commissionata dai padri domenicani a Cosimo Fanzago, all’epoca impegnato anche nella conclusione di un altre due opere simili (l’obelisco di San Gennaro e la statua di San Gaetano,)
Al Fanzago subentrò Francesco Antonio Picchiatti, il quale mantenne il cantiere fino al 1666 modificando sensibilmente il progetto originario.
All’obelisco lavorariono in epoche successive anche Lorenzo Vaccaro ed il figlio Domenico Antonio Vaccaro, che terminò l’opera nel 1736, ossia settant’anni dopo la posa della prima pietra.
La statua di S. Domenico, di origine incerta, fu collocata solo due anni dopo la conclusione dell’opera.
Link utili
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