‘Nce stanno uommene, uommenicchie, uommenone e quaquaraquà

Contenuto
Nce stanno uommene, uommenicchie, uommenone e quaquaraquà

Ad litteram
Ci sono uomini, ometti, omoni e nullità

Significato
La fauna umana è ampia e variegata…

Il termine quaquaraquà è di origine siciliana, anche se è stato assunto nella lingua italiana (e napoletana) dopo il successo del film “Il giorno delle civetta”, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia.

La frase, riferita dal capo mafia del paese al comandante dei carabinieri suona così:

Io ho una certa pratica del mondo. E quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà”. Pochissimi gli uomini, i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi, che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù, i “pigliainculo”, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà. Che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo”.
Il quaquaraquà, quindi, è una persona che, come le oche, allunga il collo per parlare, senza averne alcuna ragione, solo per profferire qualche parola! Così come fanno i confidenti, secondo il sentire mafioso, a cui viene attribuita, oltre alla definizione di quaquaraquà, la figura di infame.

Vedi anche ‘Nce stanne uòmmene, uommenìcchie e uommenòne

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