Perchè un tipo di wafer si chiama Napolitaner?

Innanzitutto lasciatemi dire che, da goloso incallito ma non cannaruto, il wafer rappresenta per me qualcosa di veramente speciale e, quando posso, non mi faccio mai mancare una confezione di questo gustosissimo dolce.

Ho investito capitali quando, a Vienna per lavoro, svaligiavo i duty free dell’aeroporto portandomi a casa i wafer rigorosamente della Manner nella sua confezione rosa e le famose palle di Mozart (per chi non lo sapesse sono dei cioccolatini di forma sferica), deliziando al ritorno anche le persone a me care.

Anche sulla confezione della Manner, che aveva pochi gusti e non come la Loacker che di gusti ne ha decine, leggevo la tipicità: napolitaner.

Non tardai quindi ad informarmi per capire il perché: sebbene il wafer sia un prodotto tipico austriaco, per definire quello con il ripieno al gusto di nocciola fu indicata la denominazione Napolitaner per evidenziare il fatto che le nocciole utilizzate provenivano tutte dall’Italia e precisamente dalla zona campana, un tempo ricca di questo tipo di piantagioni, in particolare dai territori di Avella, al confine con la provincia di Avellino, tanto che in Spagna la nocciola viene chiamata avellana.

L’inventore del wafer fu l’austriaco Alfons Loacker, pasticciere qualificato del paese austriaco di Gotzis, che nel 1925 aprì a Bolzano, in piazza Domenicani, una piccola pasticceria insieme a due aiutanti, nella quale erano venduti i nostri wafer.

Alfons Loacker è venuto a mancare nel 2019, lasciando un impero economico che si basa su filiali presenti in più di cento paesi al mondo.

Un ultima informazione: ancor oggi Loacker utilizza esclusivamente nocciole campane, mettendosi in concorrenza con Ferrero e la sua Nutella (la cui produzione ritengo assorba, per numeri, tutta la produzione nazionale).

Commenti
Tutti i commenti
Commenti

error: Questo contenuto è protetto da Copyright!
X