Tenè sempe ‘na caurarella da accuncià

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Letteralmente: avere sempre una pentola da aggiustare.

Cosa intende questa espressione? Beh, noi la rivolgiamo a coloro i quali, destinatari di qualsiasi richiesta, fanno di capire di essere impegnati in altre faccende e che quindi non possono dedicarci il loro tempo.

Il termine caurarella, definisce una piccola pentola, che in antichità non si buttava via quando rotta, ma si cercava di ripararla in qualche modo (di qui il mestiere di rammaro, ossia chi riparava le pentole in rame).

Il termine non deve essere confuso con cardarella, che, ricordiamo, si riferisce invece ad un contenitore dove riporre cose, nome poi entrato nel mondo dell’edilizia, proprio come il contenitore in cui impastare o spostare il materiale di risulta.

Mentre solo in pochi definiscono la pentola come caurarella, ‘a cardarella ha avuto una grande popolarità, sia per la canzone della meteora Mimmo Taurino È fernuta a zezzenella (che vi proponiamo), soprattutto, stante i tempi magri, nel suggerimento di prendere i ferri del mestiere e la nostra cardarella per un mesto ritorno al lavoro…, 

 

ma anche per i diversi sketch del bravo attore Francesco Procopio

che ha dato ampia notorietà al termine, in modalità imprecatoria, di “mannaggia ‘a cardarella“, tratto però dalla tradizione afragolese.

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