Da via del Nilo a Via Duomo
Quartiere: Pendino e San Lorenzo.
Parliamo di una strada antichissima e famosa, meglio nota con il nome di Spaccanapoli, in quanto divide nettamente, con la sua perfetta linearità, la città antica tra il nord e il sud.
Parte centrale di un antico decumano inferiore della città greco-romana deve il suo nome alla Corporazione dei Librai che vi aveva sede (uno dei più famosi di essi fu il padre di Gianbattista Vico), ad una piccola chiesetta del XVII secolo dedicata a San Biagio, ormai chiusa da tempo (1980) ed al … cranio del santo, portato da alcune monache armene che si erano rifugiate a Napoli al tempo delle guerre di religione e collocato in un primo momento in una cappella di San Gennaro all’Olmo, che prendeva tale nome per un albero presente, ai cui rami i vincitori delle giostre appendevano corone di alloro, secondo la leggenda, albero che si trovava accanto all’abitazione del patrono.
In seguito la reliquia fu conservata nel monastero di San Gregorio, che prese il nome di Armeno proprio in onore delle suore che vi si erano rifugiate.
Oggi via San Gregorio Armeno è una delle strade più famose della città, ospitando botteghe di presepi visitate da turisti di tutto il mondo (e dagli stessi napoletani, da sempre legati alla tradizione presepiale).

Giambattista Vico
Santo protettore della gola, il busto di San Biagio è oggi esposto nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo.
A proposito dei Librai, esiste una scritta sul vicino palazzo Marigliano che recita:
“Qui presso la casa di San Gennaro
sorgeva la basilica augustale
e qui
ebbe origine l’arte dei maestri librai”.
Al numero civico 31, come dettovi, il 23 giugno 1658 nacque Gianbattista Vico.