Barcellona 3 – Napoli 1
Lo scorso weekend il Napoli è uscito matematicamente dalla lotta per lo scudetto, ieri è uscito dalla Champions dalla quale resterà fuori anche per la prossima stagione.
Come se non bastasse resteremo fuori dal Mondiale per Club e con la nostra sconfitta abbiamo aperto la porta a tale competizione alla squadra che meno amiamo in assoluto.
Il tutto determinato dell’ennesima sconfitta in terra catalana: quando gioca con una squadra blasonata ed il turno è ad eliminazione diretta il Napoli, tranne che nell’89, ha sempre fallito.
Certamente l’arbitraggio è stato a dir poco ostile agli azzurri, tuttavia non mi sento di dire che la sconfitta sia stata immeritata perché loro sono stati troppo veloci, troppo tecnici e troppo determinati riuscendo a chiudere il discorso in 15′.
Gli azzurri offrivano praterie ai giovani della cantera che hanno imposto il loro modo di concepire il calcio.
Noi lenti, pesanti, prevedibili.
Vero è che dopo il 2-0 abbiamo rialzato la testa e costruito oltre al gol altre 3 o 4 finalizzazioni, il tutto sfruttando l’abilità di Lobotka che in 90′ ha dato il corpo e l’anima, tuttavia siamo sembrati sempre in affanno e abbiamo sempre concesso agli avversari di tirare il fiato.
Male Osimhen, Kvara generoso come sempre ma al di sotto delle sue potenzialità.
Ottimo Traore anche per la voglia che ci ha messo, male il capitano Di Lorenzo giocatore probabilmente giunto al capolinea almeno con questi colori.
Gli altri: da Jesus a Rrahmani a Politano a Mario Rui ecc.: giocatori che hanno dato tutto ma certamente non campioni in grado di andare oltre i quarti di Champions.
Anche il buon Calzona, cui vanno concesse tutte le attenuanti del mondo, ha sbagliato a credere in Lindstrom che ieri si è guadagnato la bocciatura definitiva non tanto perché ha fallito l’occasione da gol, ma perché è entrato in campo spaventato e spaesato, non pressava sul portatore di palla, non marcava, non stava mai al posto giusto e dal suo ingresso in campo il Barca ha ripreso a spingere e ha messo il punto esclamativo col suo immenso centravanti.
Ci sta: nessuno poteva illudersi di vincere la Champions al cospetto di squadre molto meglio attrezzate con la squadra allo sbando di quest’anno.
L’anno scorso avremmo potuto fare di più e comunque non abbiamo colto l’opportunità di giocare contro un Milan abbordabile.
Nelle restanti partite di campionato proveremo a entrare almeno in Europa League o in Conference.
Il Napoli dello scudetto finisce ufficialmente qui: viva il Napoli.

Tabellino e pagelle

BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen 6,5; Kounde 6,5, Araujo 6,5, Cubarsì 7, Cancelo 6,5; Fermin Lopez 7,5 (60′ Sergi Roberto 7), Christensen 5,5 (60′ Romeu 5,5), Gundogan 6,5; Yamal 7,5, Lewandowski 7, Raphinha 7,5 (81′ Joao Felix sv). All. Xavi.

NAPOLI (4-3-3): Meret 6,5; Di Lorenzo 5, Rrahmani 6, Juan Jesus 6, Mario Rui 5 (64′ Olivera 4,5); Anguissa 5, Lobotka 6,5, Traorè 6 (78′ Raspadori sv); Politano 6,5 (64′ Lindstrom 5), Osimhen 5, Kvaratskhelia 5,5 (93′ Ngonge sv). All. Calzona.

Arbitro: Makkelie (Olanda)

Marcatori: 15′ Fermin Lopez (B), 17′ Cancelo (B), 30′ Rrahmani (N), 83′ Lewandowski (B)

Ammoniti: Christensen (B), Yamal (B), Juan Jesus (N), Traorè (N), Olivera (N)

Espulsi: nessuno

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